Nel testo che segue spieghiamo perché il capotto termico non è fra le soluzioni ottimali per rivalutare la propria villetta a schiera ricorrendo al Superbonus 110%, l’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio del 2020.
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Dal 1 gennaio 2023, il Superbonus 110% vede l’aliquota di detrazione ridursi dal 110% al 90%. Il Decreto Aiuti Quater (dl 176/2022), pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 novembre 2022, introduce infatti nuove norme riguardanti le varie tipologie abitative da riqualificare (condomini, abitazioni singole, villette a schiera, plurifamiliari, bifamiliari con unità sovrapposte, etc…).
e-COstruzioni è in grado di offrire il proprio supporto nella riqualificazione energetica delle plurifamiliari e delle bifamiliari con unità abitative sovrapposte in linea con il nuovo SUPERBONUS 90% – 2023. Se la tua abitazione rientra in queste due categorie e sei interessato a sfruttare il nuovo SUPERBONUS, compila il FORM di richiesta informazioni – SUPERBONUS 90% – 2023. Ti contatteremo nel più breve tempo possibile.
Difficoltà nel reperire imprese che lo realizzino – viste le superfici limitate su cui si deve intervenire -, obbligo di attivare una polizza assicurativa decennale e specificità dei ponteggi necessari alla messa in opera sono solo alcuni dei motivi che spingono i nostri clienti a rinunciare al cappotto termico, senza compromettere in alcun modo la bontà del risultato finale.

Otto motivi per rinunciare all’applicazione del cappotto termico su villette a schiera esistenti
1. Il Superbonus 110% copre le spese necessarie all’applicazione del cappotto termico sulle sole parti abitabili dell’immobile o della villetta a schiera. Restano pertanto escluse le facciate esterne delle mansarde non abitabili e delle taverne non abitabili, le cui spese di realizzazione andrebbero sostenute dal cliente (vedi figura sopra).
2. La superficie limitata su cui si deve intervenire non giustifica l’alto costo dell’accantieramento necessario alla messa in opera del cappotto termico. Una villetta a schiera centrale, disposta su due piani, presenta infatti due facciate, ciascuna delle quali ha in media una larghezza di 5 metri. La superficie totale di ogni facciata, se si considera un’altezza media dell’edificio di 7 metri, è di circa 35 mq, quella di entrambe le facciate di SOLI 70 mq.
3. Nelle villette a schiera centrali, per montare il ponteggio e trasportare i materiali necessari all’esecuzione dei lavori sulla facciata posteriore, è necessario passare per la sala interna dell’unità abitativa. Ciò comporta disagi per i proprietari e incide sui tempi e costi di realizzazione (il cliente dovrà sostenerli in parte). La conformazione delle facciate delle villette a schiera, a causa della presenza della rampa dei box, dei balconi e delle tettoie, richiede inoltre ponteggi non standard, il cui costo di montaggio è superiore ed è a carico del cliente (proprietario dell’immobile).
4. La pratica progettuale da avviare per un ponteggio e un cappotto termico sulle facciate esterne di una villetta a schiera ha lo stesso costo di una inerente un edificio di grandi dimensioni, con un’incidenza per metro quadrato decisamente maggiore e quasi sempre destinato a oltrepassare il budget.
5. I balconi (compresi il sottobalcone, la soglietta e la ringhiera) NON sono compresi nel Superbonus 110% e devono essere pagati a parte.
6. La normativa prevede l’obbligo di attivare una polizza postuma decennale per il cappotto termico, il cui prezzo è minimo per un cappotto da 300 mq, decisamente significativo per uno da SOLI 70 mq.
7. Alcune imprese edili assicurano i propri clienti sulla possibilità di far rientrare tutte le spese nel Superbonus 110%. Attenzione: i responsabili della cessione del credito sono anche i committenti.
8. Per applicare il cappotto è quasi sempre necessario rifare le zanzariere e rimuovere le inferiate dai balconi, le tende da sole, i climatizzatori e gli antifurti eventualmente presenti.

Altri aspetti di carattere tecnico e logistico da considerare
• Oggi vi è molta più richiesta di ponteggi e cappotti termici che in passato. Le categorie di operatori che li realizzano preferiscono tuttavia focalizzarsi su lavori di grandi entità (in particolare, condomini) che non presentino i limiti e le difficoltà sopra esposte. È realmente difficile reperire un’impresa specializzata disposta a occuparsi dell’applicazione di un cappotto termico a una o due villette a schiera, a meno che non ci si rivolga a imprese con poca esperienza o limitata professionalità.
• Il cappotto è un’opera la cui componente manuale raggiunge l’80% dei lavori (a differenza delle nostre installazioni la cui parte manuale è ridotta al 20% circa). Ciò comporta un rischio a livello esecutivo e di garanzia di cui la nostra impresa deve farsi carico.
• È preferibile effettuare la posa del cappotto termico quando le temperature sono miti. Ciò determina l’impossibilità di operare almeno per 4 mesi su 12. Nei restanti otto mesi dell’anno, le imprese preferiscono dedicare la propria attenzione a grossi appalti anziché a piccoli lavori, con conseguente difficoltà di reperirne una disposta a focalizzarsi su una o più villette a schiera.
• Se solo alcune villette di un’intera schiera realizzano il cappotto termico, l’impatto visivo a livello estetico sarà pessimo, per via dei “gradini verticali” che verranno a formarsi e ad alternarsi sulla facciata complessiva.
I nomi illustri dell’architettura italiana sconsigliano di applicare cappotti termici a edifici esistenti
Sul tema del cappotto termico applicato a edifici esistenti, la rivista Abitare ha posto tre domande all’architetto Luciano Pia, esperto di sostenibilità e autore del caratteristico complesso 25 Verde a Torino. Rimandiamo alla lettura dell’articolo Cappotto: 3 domande a Luciano Pia, riportando di seguito la domanda e la risposta con le quali si apre l’intervista.
Dal punto di vista dell’isolamento e del comfort termico, quali sono i pro e i contro del cappotto se applicato a edifici esistenti?
Il cappotto sui fabbricati esistenti certamente migliora l’isolamento termico ma cambia significativamente il comportamento termo-igrometrico. Accentua i ponti termici di balconi, solai e serramenti e impedisce la transizione del vapore dall’interno all’esterno. Ciò impedisce la transizione verso l’esterno dell’umidità – prodotta da traspirazione, respirazione, cucina – che condensa sui ponti termici internamente ai fabbricati e favorisce la crescita di muffe.
Siccome insieme alla realizzazione del cappotto vengono anche sostituiti i serramenti, con eliminazione di fessure, il ricambio dell’aria e la traspirazione delle murature viene eliminata. È a mio avviso indispensabile in tali casi provvedere alla ventilazione meccanica controllata con recupero del calore, cosa che non viene quasi mai realizzata. Le griglie di ventilazione sui nuovi serramenti praticamente riportano l’efficienza del serramento simile all’infisso appena rimosso. Inoltre i cappotti modificano sensibilmente la forma e la percezione esterna dei fabbricati esistenti, riducendo in modo sensibile la dimensione delle finestrature (quando il cappotto riveste anche stipiti e architrave). Continua a leggere ➤